IL REGISTA SEBASTIANO SALLUSTIO OSPITATO DALL'AMMINISTRAZIONE

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23/01/2020

Il regista del docu-film "un paese ci vuole" è stato accompagnato da Rosaria Gasparro, tra le protagoniste del film

Il sindaco Giovanni Allegrini e le assessore Tiziana Barletta e Rosalia Fumarola, hanno ospitato nella Casa Comunale Sebastiano Sallustio e Rosaria Gasparro, rispettivamente regista e protagonista del docu-film “un paese ci vuole”, interamente girato a San Michele Salentino nell’arco temporale che va dal 2003 al 2016.

Il documentario prova ad immergersi nella quotidianità del paese, partendo da Maria, un'anziana signora dal carattere forte e volitivo, desiderosa in gioventù di emanciparsi dal lavoro in campagna per fare la modista di cappelli, reinventandosi continuamente in altri lavori, senza frustrazioni e con dignità. Non è la storia di sua figlia Rosaria e di suo genero Mimino, maestri attenti e sensibili alle fragilità, alla cura delle persone e del mondo intorno a loro. Non è la storia di Luciano e di tanti giovani che vogliono partire per il nord Italia a cercare fortuna ma che ritornano sempre nel paese di origine perché la loro fortuna umana risiede, proprio, in quel paesino del sud.

È forse un affresco di tutto questo e di un Sud resiliente che non si lamenta, una geografia di luoghi e molteplici stati d'animo che sanno colorarsi di gioia e di speranza, simbolicamente rappresentati dai ricami colorati di Maria, dalle sue roselline, come le chiama lei, realizzati come li sogna la notte.

“La relazione con San Michele nasce da lontano – ha raccontato Sallustio – era il 1993, il mio anno di servizio civile alla G.I.O.C. (Gioventù Operaia Cristiana). Da allora e nel tempo sono sempre tornato. In realtà non ne sono mai andato via. Nel 2002 dopo aver seguito Edoardo Winspeare raccontando il suo film “Il Miracolo” e vivendo per l’intero periodo delle riprese a Taranto, avevo necessità di ripulire lo sguardo dai fumi di quella città e l’esigenza di pensare e cercare delle soluzioni che non pretendessero di risolvere delle problematiche così complesse, ma che mettessero in luce quelle che sono le contraddizioni imposte dalla nostra società, dal nostro tempo, tutto orientato al consumo dei luoghi e delle persone che lo vivono. Quindi ho cercato di raccontare una dimensione altra dove l’essere umano avesse una sua centralità e dove ne fosse rispettata la sua dignità a partire dal riconoscimento dei luoghi e della loro identità. E San Michele era il posto per me naturale dove raccontare tutto questo immergendomi totalmente in un quotidiano a me caro e familiare, di cui avevo ed ho nostalgia. Seguire Maria ed il suo ricamare sogni e percorsi improbabili con il suo ago, imparare dallo spirito di iniziativa di Mimino e Rosaria, sempre in movimento e veri e proprio “agitatori emozionali di popolo” e sperare d’incontrare ancora la semplicità e l’innocenza di Luciano che come tanti giovani vive il conflitto tra il desiderio di partire e quello di restare. Questa è stata la traccia e la direzione seguite per la realizzazione del mio film. Una gestazione di quasi 17 anni che ho chiuso fra gli “attacchi poetici” incontrati in giro, sui muri del paese. Penso che il cinema, tra tante, abbia una funzione essenziale – conclude il regista pugliese – interconnettere i luoghi geografici con quelli dell’anima. Il cinema per me è un spazio dove riappropriarsi della libertà ed attraverso il quale acquisire nuovi occhi con cui guardare e fare esperienza della vita, conoscerla, raccontarla”.

Il film documentario è stato presentato al Cineporto di Bari alcuni giorni fa, in collaborazione con Apulia Film Commission, alla presenza del regista pugliese Edoardo Winspeare e dell’associazione Attacco Poetico e sono previste altre proiezioni al Cineporto di Lecce, a Castellaneta, a Molfetta, a Roma e all’Università “Bicocca” di Milano. Il film è stato inserito nella Media Library 2018 - Visions du Rèel, Nyon e presentato ad Avvistamenti - XVI Edizione - Bisceglie.

“Questo lavoro è uno sguardo pulito sul paese – ha sottolineato Rosaria Gasparro – fatto di persone semplici, senza sovrastrutture, che hanno tutte lo stesso valore, senza divisioni sociali, ognuno con la propria dignità dolce-amara. Uno sguardo sgombro che coglie l'orizzonte aperto del paesaggio fisico e umano, il profilo antropologico, i volti degli anziani come mappe per ritrovarsi, il bisogno di andare via e di ritornare, il valore faticoso del nostro poco. La bellezza risiede, proprio, in quei volti, in un paese anonimo e senza fama che è però la nostra vera opera d’arte, misconosciuta e umile, perché creato da quella infinità di volti, donne e uomini senza nomi, del nostro passato popolare. Questo dà senso all’incontro dell’umana quotidianità. Una dimensione poetica, il cui etimo vuol dire fare, che dovrebbero avere lo spazio privato, pubblico e politico, la capacità di inseguire e di creare bellezza”.

“Il docu-film rappresenta un’opportunità straordinaria di divulgazione e promozione delle bellezze del nostro paese – ha concluso il sindaco Giovanni Allegrini – territorio ricco di umanità, attaccato alle proprie radici, autentico giacimento culturale che viene, ancora una volta, valorizzato e fatto scoprire al grande pubblico anche in questa occasione e ringrazio il regista Sallustio e tutta l’associazione Attacco Poetico per aver fatto emergere le esperienze emozionanti dei nostri concittadini, storie che non vanno perse”.

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